(69) Enrichetta Blondel, moglie del Manzoni, morė cinque anni dopo la pubblicazione dei Promessi Sposi nel 1833, e il Manzoni ne rimase per lungo tempo inconsolabile. Il Tommaseo ricordava, in proposito; un aneddoto commovente: "Il Manzoni era a Stresa per assistere all'agonėa dell'amico Antonio Rosmini; e fu soggetto d'ammirazione agli astanti la venerazione figliale di lui pių vecchio ed il cordoglio di quella morte; e io posso dire quanto profondamente (non parendo ai profani) egli sentisse i dolori. Rincontratomi seco a Stresa, a caduto il discorso su Virgilio {religione dell'anima sua) rammentando io quel sovrano concetto d'Evandro; Tuque o santissima coniux, felix morte tua, egli continuava la citazione: neque in hunc servata dolorem, accompagnandola coll'atto del viso e della mano abbandonata sul ginocchio, e sentė la diletta e venerata sua moglie, la sua ispiratrice, della quale consunta da lento languore ei diceva con parole degne di chi ci ritrasse Ermengarda morente:,- Tutti i dė la offro a Dio, e tutti i dė gliela chieggo. - Veggasi pure quanto scrive in proposito il professor Prina nel suo diligente Studio biografico sopra il Manzoni.
(70) Il Tommaseo, scrivendo al signor Giovanni Sforza, gli diceva: "Nel marzo (1827) egli (Manzoni) stava scrivendo gli ultimi fogli, e io sul principio di quell'anno o sulla fine del precedente lessi buona parte del terzo volume all'abate Rosmini che, passeggiando la sua stanza, sorrideva e ammirava. Un giorno che Don Alessandro correggeva le bozze e le metteva al sole che s'asciugassero: vede che ho qualcosa anch'io al sole, coll'arguzia solita, nel vedermi entrare, sorridendo egli disse.
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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze 1879
pagine 296 |
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