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      Questa premessa segna l'unica via da seguire e infatti, definito e compreso il fluido etereo nell'unico modo, strettamente logico con cui può essere concepito, come elemento primario, indipendente da ogni forza od azione esterna, la spiegazione meccanica della gravitazione, che io proposi già nella prima edizione di questa lavoro, è per così dire una conseguenza.
      Senonchè tale soluzione, pur avendo, come spiegazione meccanica, l'approvazione degli studiosi, urtava contro una grave obiezione, non potendo spiegarsi la mancanza di un fenomeno analogo all'aberrazione della luce, che dovrebbe verificarsi anche per l'attrazione, a meno che non si ammetta per la stessa, l'istantaneità della sua azione indipendentemente dalle distanze.
      È l'argomento che valse a combattere qualsiasi tentativo di ipotesi basate sul fluido etereo e che distolse gli studiosi ad occuparsi di un problema giudicato a priori insolubile, rispetto al quale si affacciano ancor oggi, pregiudizi e anche superstizioni in contrasto col pensiero moderno.
      Domina infatti il preconcetto che ogni azione che si propaga fra corpo e corpo negli spazi, col mezzo etereo, non possa superare la velocità della luce e in tal caso dovrebbe verificarsi anche per la gravitazione il fenomeno dell'aberrazione, ciò che altererebbe i rapporti delle distanze dei pianeti conforme le leggi newtoniane, le quali non potrebbero sussistere.
      A ribattere tale obiezione, basterebbe ammettere, come appunto ammisi nella prima edizione, che la velocità dell'attrazione, sia molto maggiore della luce, per così dire infinita; ma ciò è superfluo poichè il meccanismo della gravitazione deve essere compreso in altro modo.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268