Trovato da prima necessario per spiegare la trasmissione della luce attraverso gli spazi siderali, fu invocato più tardi quale agente da cui devono avere origine le molteplici attività, per le quali la materia si manifesta ai nostri sensi.
Un fluido che riempie gli spazi, per mezzo del quale si trasmettono le vibrazioni luminose colla incommensurabile velocità della luce e che non offre la benchè minima resistenza al movimento degli astri, dovrebbe essere di una mobilità e di una tenuità per così dire infinite, e tale concetto fondamentale fu, si può dire, accettato da tutti.
Senonchè gli studi di Maxwel e di altri tenderebbero. a sconvolgere completamente tale concetto, poichè fino a tanto che si ammetteva che la trasmissione della luce dipendesse da vibrazioni longitudinali, il primitivo concetto dell'etere si prestava ad una spiegazione, ma quando fu scoperto che la luce si trasmette mediante vibrazioni trasversali, sarebbe risultata invece la necessità di ammettere l'etere tutto all'opposto, cioè di una rigidità perfetta, da paragonarsi a quella del più duro acciaio.
Della strana antitesi fra i due concetti del misterioso fluido potremo, io credo, trovare una spiegazione, ma intanto è certo che la conclusione giunse inattesa agli studiosi che rimasero sorpresi e smarriti. Infatti, come è possibile spiegare il movimento degli astri negli spazi occupati da un tale etere rigido? Ma anche di ciò avremo una spiegazione.
Più recentemente la teoria degli elettroni aprì nuovi orizzonti e nuove vedute, ma pure si può asserire che non ostante l'innegabile progresso scientifico, contrariamente ad ogni legittima aspettativa, si rende sempre più oscuro ed incerto il problema dell'agente universale che domina l'Universo.
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