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      La forza è esterna e risiede ovunque nello spazio, anzi l'attrazione considerata come forza in sè non esiste, ma solo esiste l'energia dell'etere, la quale entra in azione spingendo le particelle e gli ammassi di materie gli uni verso gli altri, in causa di una rottura di equilibrio, fra le spinte eguali e contrarie, di cui spiegheremo più innanzi il meccanismo.
      Ma proseguiamo nella nostra indagine dei caratteri principali che si devono ammettere nell'etere.
      Una definizione molto precisa, poichè dà una vera idea delle funzioni dell'etere, vien data dal defunto Generale Olivero3, il quale definisce l'etere: "forza che riempie il cosmo, non definita ancora nella sua azione, che si qualifica forza vibrante ripulsiva di sè stessa e della materia".
      In virtù di questa azione ripulsiva, l'Olivero ammette che l'etere tenda ad agglomerare la materia e, come avremo campo di dimostrare, ciò risponde alla realtà.
      Possiamo intanto tener conto del suo carattere più marcato e quasi diremo visibile, che ci è reso manifesto dalla trasparenza di alcuni corpi; infatti se i raggi luminosi che dipendono da vibrazioni dell'etere, passano attraverso certi corpi, come il cristallo, è segno che tali corpi, anche se di apparenza tanto compatta, sono ripieni fra le molecole di cui sono costituiti di tale fluido, il quale può propagare le vibrazioni luminose attraverso la loro massa.
      Del resto, l'essere un corpo non trasparente alla luce non vuol dire che sia anche impenetrabile alle vibrazioni d'altra natura; vediamo infatti i raggi X, oscuri pel nostro occhio, passare liberamente attraverso certi corpi opachi.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





Generale Olivero Olivero