Tale sarebbe l'etere che riempie tutto lo spazio fin negli infiniti abissi, origine e serbatoio inesauribile di tutte le forze, anzi la sola vera forza dell'universo che irradia perennemente in tutti i sensi.
Premesso tutto ciò, vediamo se si possa giungere a spiegare l'attrazione:
Immaginiamo un piano nello spazio rappresentato in sezione dalle linee AB (fig. 1) e supponiamo che tale piano sia affatto impenetrabile alle vibrazioni dell'etere, per modo che non possano propagarsi attraverso lo stesso e le vibrazioni di un lato rimangano in tal modo isolate e separate da quelle dell'altro lato.
Consideriamo le vibrazioni normali al piano rappresentate dalle frecce a, b, c, d, e, f, g, h.
Le particelle e cioè le irradiazioni eteree, percuotendo il piano, determineranno infiniti urti e quindi una pressione tanto da un lato quanto dall'altro del piano medesimo, ed essendo tali pressioni uguali e contrarie, si elidono, ed il piano ipotetico resterà immobile.
Ora, vicino e di fronte al piano AB (fig. 2) immaginiamo un altro piano uguale CD, parimenti impenetrabile alle vibrazioni eteree.
In questo caso le condizioni cambieranno, poichè i due piani non si troveranno più nelle condizioni di equilibrio. Infatti il piano AB, che aveva da prima le spinte a, b, c, d, a cui facevano equilibrio le spinte e, f, g, h, si troverà con le sole spinte di un lato, poichè le spinte e, f, g, h saranno arrestate dal piano CD. Lo stesso avviene col piano CD, al quale mancheranno tutte le spinte a, b, c, d, trattenute dal piano AB. Così i due piani saranno spinti l'uno contro l'altro.
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