Non si potrebbe trovare, se ce ne fosse bisogno, argomento più ovvio e convincente, chè la gravità ed il relativo lavoro meccanico provengono dal di fuori.
L'attrazione adunque rappresenta un lavoro vero e proprio che non può essere potenziale ma cinetico, poichè sia che venga considerato nella gravità cioè nel peso, sia che si consideri nelle forze molecolari, è il risultato di un perenne consumo o per meglio dire di uno scambio di energia fra l'etere che è il motore universale e le particelle materiali.
Premesso tutto ciò, si può comprendere come il concetto avuto finora e che tuttora domina della gravitazione sia completamente errato.
È sempre fisso il concetto che l'attrazione sia una forza che emana dal centro detto attraente, e perciò viene istintivamente paragonata alla luce, la quale emana realmente dal corpo luminoso.
Ma nel caso della gravitazione le condizioni sono ben diverse: dal centro attrattivo, e ciò non sarà mai ripetuto abbastanza, non vi ha in realtà alcuna irradiazione propriamente detta; solo tutto all'ingiro, per lo schermo che offre alla propagazione delle vibrazioni dell'etere che provengono in senso rettilineo da ogni parte dell'Universo, ha luogo un arresto delle vibrazioni stesse, come abbiamo diffusamente dimostrato, creandosi entro lo spazio interposto fra i due corpi attraente e attratto uno stato di attenuazione, per modo che prevalgono a tergo del corpo attratto nella loro azione di spinta le vibrazioni opposte alla direzione del corpo attraente. Questo stato di attenuazione si può in certo modo paragonare alla rarefazione della pressione d'aria della campana pneumatica.
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