Ecco adunque la fine di questo mondo a cui sembra preclusa qualunque ripresa di vita.
Accennerò ora ad una ipotesi di un autore attualmente molto in voga: l'Arrhenius.
L'Arrhenius per esporre una sua teoria colla quale tenta di spiegare la grande riserva di energia solare, prende le mosse da una ipotesi dovuta al Faye e che corrisponde presso a poco al concetto del Secchi, esposto nel suo trattato Unità delle Forze fisiche, a cui abbiamo più indietro accennato.
Nell'interno del Sole vi sarebbe una temperatura così elevata da scomporre qualunque sostanza nei suoi componenti elementari32. "Se gli atomi salgono poi negli strati esterni, essi si combinano fra loro e forniscono molto calore. Faye immaginò che sempre nuove quantità di atomi potessero salire dall'interno del Sole e formare alla superficie dei composti chimici. Ma se delle nuove masse devono salire alla superficie, quelle che c'erano prima devono ritornare verso l'interno, per essere ivi, per l'alta temperatura, chimicamente scomposte. E con ciò sarebbe consumato pressochè altrettanto calore quanto ne è guadagnato col sollevamento delle masse stesse alla superficie. Questa convessione quindi contribuisce solo a trasportare su alla superficie la provvista di calore. In questo modo la quantità di calore totale del Sole, se si valuta la temperatura media a sei milioni di gradi, coprirebbe il dispendio termico per circa tre milioni di anni".
La critica dell'Arrhenius è giusta e ragionevole, ma senza accorgersi però, nell'esporre un'altra teoria, cade nel medesimo errore.
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