La quantità necessaria potrà trovarsi più internamente, verso il centro; questo si potrà supporlo, ma è una semplice ipotesi gratuita.
Questa ipotesi inoltre con la quale si vorrebbe spiegare l'origine del calore terrestre, mi pare che presti il fianco ad una facile obiezione. Si calcola adunque che basti una proporzione di 4.6 parti su 100 bilioni nel materiale terrestre, per mantenere la temperatura del pianeta, la quale si rende manifesta a poche decine di metri sotto la superficie; ma in tal caso il granito della Cornovaglia che contiene il Radio in una proporzione molto maggiore, cioè di 1 parte sopra un bilione e quindi di oltre venti volte più grande, dovrebbe essere caldo, cioè ad una temperatura superiore alle altre rocce.
Che dire poi dei minerali propri del Radio, nei quali si trova in una quantità industrialmente utilizzabile come la Peckblenda o la Carnolite? Dovrebbero essere costantemente caldi e forse roventi; le miniere da cui si estraggono dovrebbero essere caldissime, inabitabili. Come mai questi antichi depositi, quelle ganghe, rifiuti della miniera, diventati ora improvvisamente tanto preziosi, attrassero soltanto in questi ultimi anni l'attenzione degli studiosi e degli speculatori? Tali depositi dovrebbero essere caldi in natura e perciò si sarebbero ben prima d'ora distinti dagli altri materiali.
Se l'energia solare si vuol spiegare con la presenza del Radio, perchè propriamente non fu dato di trovarlo nelle analisi spettrali delle infinite osservazioni del Sole?
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