Le pietre meteoriche sarebbero in certo modo i campioni dei differenti materiali raccolti negli spazi.
Però alla formazione delle meteoriti concorrerebbe, secondo l'Arrhenius, una parte solamente del materiale disperso dalle stelle, mentre la porzione più rilevante continuerebbe il suo corso negli spazi, sotto l'influenza della spinta di irradiazione, fino all'incontro di corpi celesti.
Se si pone il peso specifico della particella pari a quello dell'acqua, e supponendo che la pressione di radiazione superi quattro volte la forza di gravità del Sole, tali particelle oltrepasserebbero l'orbita di Marte dopo 20 giorni, l'orbita di Giove dopo 80, quella di Nettuno dopo 14 mesi, raggiungendo il sistema solare più vicino che è quello dell'Alpha del Centauro dopo novemila anni.
La quantità maggiore di questa polvere cosmica dovrà rimanere librata nello spazio, per essere trattenuta nella sua migrazione, specialmente dalle nebulose, che cogli odierni progressi dell'ottica, si riscontrano ormai in ogni parte del cielo.
Le nebulose impedirebbero la dispersione delle polveri cosmiche agendo alla guisa di filtri. Le polveri sarebbero trattenute dalle masse gazose di cui sono costituite le nebulose, trattenute in ispecial modo verso l'esterno dove si accumulerebbero insieme alle cariche elettriche, specie negative, di cui tali polveri sarebbero sature.
Raggiunto la tensione elettrica un certo grado, col lento accumularsi delle polveri, avrà luogo la scarica elettrica mediante la emissione di elettroni.
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Arrhenius Sole Marte Giove Nettuno Alpha Centauro
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