Perciò W. Thomson avrebbe fissato il seguente principio: "È impossibile per mezzo di un agente materiale non animato di ottenere lavoro meccanico, col raffreddare un corpo al disotto della temperatura dei corpi circostanti".
Col principio della dissipazione di energia, se non vi sono processi a noi ignoti che agiscano in senso opposto, è necessario concludere che l'Universo non costituisce un sistema conservativo e quindi che abbia avuto un principio e vada fatalmente verso una fine, quando cioè tutta l'energia venga a confinarsi nei moti molecolari.
Tunzelmann e Arrhenius citano entrambi un curioso esempio proposto da Clark Maxwel.
Ecco come si esprime a tale riguardo il Tunzelmann (p. 232): "Maxwel ha indicato quella che appare essere la sola via all'infuori di questa difficoltà. La di lui illustrazione fornisce una prova perfettamente definita ed irrefutabile che la dissipazione dell'energia non è, persino secondo la nostra propria esperienza limitata, una legge naturale necessaria, in un Universo intelligentemente diretto; ed il concetto di un Universo esistente da sè stesso e senza direzione, è tale concetto che diventa più e più insostenibile via via che si progredisce nell'addentrarsi nei misteri della Natura".
Maxwel premette che la dissipazione dell'energia è una conseguenza dell'imperfezione dei mezzi di cui disponiamo, mentre ciò non dovrà verificarsi in un Universo guidato da un ente superiore. Egli immagina che un recipiente pieno di un gas a temperatura perfettamente uniforme, sia diviso in due compartimenti con un tramezzo munito di porte che si possano aprire e chiudere senza dispendio alcuno di energia.
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