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      Del resto io credo facilmente dimostrabile che il principio dell'Entropia non è applicabile all'Universo, poichè questo non può in alcun modo essere paragonato al sistema perfettamente isolato che abbiamo preso per esempio.
      Un tale sistema infatti potrà ridursi ad una temperatura media uniforme cessando ogni scambio fra corpo e corpo, quando anche l'intero ambiente che contiene il sistema si riduca all'identica temperatura dei corpi che lo compongono: si avrà allora soltanto, per valerci del termine di Clausius, la morte del calore.
      In queste condizioni il sistema avrà nell'assieme la medesima somma di energia originaria, poichè abbiamo supposto che non possa ricevere nè perdere energia verso l'esterno, ma sarà cessata ogni manifestazione di vita; avremo cioè la morte del sistema.
      Ma vale questo esempio per l'Universo? Potranno verificarsi fra i corpi disseminati negli spazi siderali le condizioni da noi supposte?
      Dato che tutti gli astri siano destinati ad estinguersi, bisognerebbe ammettere che tutta la somma di calore da essi posseduta venisse immagazzinata nello spazio ambiente, il quale subisse un corrispondente aumento di temperatura: l'Entropia completa verrebbe raggiunta quando gli astri raffreddandosi e gli spazî riscaldandosi venissero a trovarsi ad un'unica temperatura uniforme.
      Ma si deve tener conto che gli spazî vuoti di materia e occupati soltanto dall'etere, sono atermici, non nel significato comune di essere cattivi conduttori di calore, ma nel significato di non essere suscettibili di temperatura alcuna, pur costituendo il veicolo di trasmissione del calorico irradiato dagli astri.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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