Un termometro nel vuoto degli spazî spogliandosi per irradiazione del calore proprio, potrà risentire l'influenza diretta delle irradiazioni calorifiche degli astri, ma non potrà indicare alcuna temperatura propria dell'etere, poichè tale fluido trasmette le vibrazioni calorifiche che fanno riscaldare i corpi esposti ai raggi diretti delle sorgenti calorifiche senza per sè stesso riscaldarsi, nello stesso modo col quale trasmette le irradiazioni luminose, senza essere per sè stesso luminoso.
Così non è il caso di dire che l'etere degli spazi si trovi allo zero assoluto o pure che abbia una temperatura qualunque, ma sarà molto più esatto il dire che non è suscettibile di alcuna temperatura. La temperatura degli spazi, che fu oggetto di molti studi ed induzioni, dovrà evidentemente riferirsi piuttosto agli strati più alti dell'atmosfera terrestre: perchè vi sia una temperatura qualsiasi occorre la presenza di materia, suscettibile di movimenti termici, da non confondersi colle vibrazioni che propagano il calorico irradiante o la luce, le quali sono proprie esclusivamente dell'etere.
In conseguenza di ciò l'equilibrio termico fra i corpi celesti e gli spazi eterei non potrebbe mai avvenire, poichè i corpi stessi potranno continuamente perdere calore e gli spazi, cioè l'etere, prestarsi perfettamente alla sua totale dispersione verso l'infinito, senza che possa menomamente risentirne l'effetto. Nulla potrà perciò impedire che gli astri si raffreddino fino allo zero assoluto, cioè fino a che sia cessata nella materia degli astri ogni movimento termico.
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