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      Invece quella che chiamasi corona, costituita da una meravigliosa aureola di raggi, che possono raggiungere la lunghezza di parecchi diametri solari, non può venire esaminata che durante l'eclissi totale.
      Le protuberanze metalliche, così chiamate perchè constano di vapori metallici, sono getti ardenti che si slanciano fuori del disco solare con velocità di centinaia di chilometri per secondo, elevandosi a grandi altezze sopra la fotosfera.
      L'altezza che raggiungono tali getti ardenti sopra la superficie del Sole è di 30 a 45 mila chilometri, ma non è raro che tocchino i 100 a 200 mila chilometri. Flammarion ne cita di 460 mila chilometri, cioè pari ad un terzo del diametro solare.
      Young ne cita uno da lui veduto il 7 ottobre 1880 che misurava 13° d'arco cioè quasi 600 mila chilometri d'altezza sopra il lembo solare. Tale enorme protuberanza da un'altezza ordinaria di 65 mila chilometri si sviluppò fino alle dimensioni straordinarie accennate e poi rapidamente scomparve e ciò in appena due ore di tempo.
      Le protuberanze mutano forma rapidamente ed il loro movimento ascensionale può quasi essere seguìto dall'occhio dell'osservatore e la velocità di ascesa viene stimata superiore ai 300 chilometri per secondo; il Respighi ne calcolò della velocità di 600 a 700 e perfino di 800 chilometri per secondo. Anzi, secondo i calcoli del Proctor, la velocità di 800 chilometri può anche essere superata, tenendo conto della resistenza dell'atmosfera solare, velocità sufficiente perchè una sostanza densa possa sottrarsi all'attrazione solare per non più ricadere.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





Sole Respighi Proctor