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      Del resto, data tale sorgente, bisogna concludere che il calore centrale terrestre sarebbe una conseguenza necessaria, anche se tale calore non dipendesse da altre cause.
      Infatti, pur essendo la causa proveniente dall'esterno, è chiaro che il calore a lungo andare dovrebbe accumularsi verso il centro del pianeta ove converge da ogni parte, senza che sia quasi possibile dispersione di sorta, e ciò con effetto rilevantissimo, anche se il calore generato sia in misura limitata. Non è esatto poi il dire che la sorgente calorifica sia esterna; dall'esterno provengono le vibrazioni, ma l'effetto, cioè la sorgente calorifera supposta, ha luogo in tutto l'ammasso della materia e quindi anche al centro del pianeta.
      Perciò per quanto elevata si voglia ritenere la temperatura centrale, potrebbe sempre ritenersi come il prodotto, accumulato per un tempo lunghissimo, dell'energia proveniente dall'esterno.
      Tutto ciò si può benissimo ammettere, senza voler escludere che l'origine prima del calore centrale possa attribuirsi ad altra causa più remota, quale residuo cioè di quel periodo in cui la Terra doveva essere liquida o gazosa.
      Ma bisogna comprendere bene quale influenza possa avere la grandezza dell'ammasso materiale sulla quantità di calorico sviluppato.
      Si può in certo modo ammettere che ogni particella di materia rappresenti una data unità di calorico sviluppata, nella stessa maniera che rappresenta una unità di resistenza alla libera propagazione delle onde eteree. Perciò il calorico sviluppato nella compagine dei corpi aumenterebbe in ragione diretta della quantità di particelle e sarebbe quindi proporzionale alla massa.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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