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      Si aggiunga che, quanto maggiore sarà l'ammasso materiale, tanto maggiore sarà il percorso che dovrà fare il calore per conduttività per uscire all'esterno, e perciò minore sarà relativamente la perdita che subirà.
      Ecco per quali ragioni si può con la nostra ipotesi spiegare l'origine di una parte almeno del calore centrale terrestre, poichè, come abbiamo già detto, non si vuole escludere che il calore originario del globo possa dipendere da altra causa primordiale, dipendente dall'origine stessa del pianeta.
      L'ipotesi che abbiamo svolta potrebbe servire tanto a spiegare il calore terrestre, anche se si ammettesse la Terra in origine perfettamente fredda, il che si dovrebbe escludere a priori, quanto per spiegare la conservazione del calore attuale, ritenuto che esso provenga in origine da altra causa.
      Spiegato in qual modo possa avere origine il calore interno del nostro pianeta, è breve il passo per dare una spiegazione analoga anche del calore solare: basterà perciò fare le debite proporzioni fra la grandezza del Sole e quella della Terra.
      Probabilmente la Terra non sarà bastantemente grande perchè il calore prodotto dalla resistenza che incontra l'etere nella sua massa, possa accumularsi in quantità tale da superare le perdite dovute all'irradiazione e propagarsi fino alla superficie.
      Ma ecco che Giove ci offre probabilmente l'esempio delle condizioni intermedie fra la Terra ed il Sole.
      Giove infatti, questo colosso fra i pianeti del nostro sistema, che ha un volume corrispondente a 1279 volte ed una massa pari a 310 volte quella della Terra, viene ritenuto ancora caldissimo e forse interamente liquido.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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