Dato che un'unità di massa rappresenti una unità di resistenza all'etere e quindi una unità di forza viva trasformata in calore, nella massa del Sole dovrebbe prodursi una somma di calore pari a 300.000 volte il calore sviluppato nell'istesso tempo nella massa terrestre.
È vero che l'effetto sull'aumento della temperatura dovrebbe essere identico nei due casi, dovendosi nel caso del Sole riscaldare una massa proporzionatamente maggiore, ma rimanendo il calore imprigionato andrà accumulandosi in quantità sempre maggiore nel Sole dove, in causa del suo grande volume, con minor facilità potrà disperdersi verso l'esterno.
Il globo solare offre alla libera penetrazione delle onde eteree una superficie pari a 11.770 volte circa la superficie terrestre.
Considerando finalmente che le vibrazioni, per propagarsi attraverso la massa solare, devono percorrere quasi 700 mila chilometri prima di giungere al centro e altrettanti per uscirne, non si concepisce quasi, come in questo lungo percorso che domanderebbe alla luce poco meno di cinque secondi, l'energia di tali vibrazioni non venga tutta distrutta e assorbita dagli attriti.
Si potrebbe anche supporre che l'effetto dell'etere aumenti colla temperatura, come è il caso dell'attrito di un perno che aumenta col riscaldamento. Le condizioni affatto speciali del nucleo solare, che deve ritenersi molto denso per l'eccesso di pressione e di una temperatura altissima, potrebbero essere particolarmente favorevoli per assorbire l'energia dell'etere.
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