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      Basterebbe forse che la massa della Terra fosse una volta o due maggiore dell'attuale, perchè il calore del suo nucleo si propagasse fino alla superficie abbastanza da mantenervi la condizione ora supposta e perciò in questo ordine di idee, come ci viene suggerito dalla nostra ipotesi, si spiegherebbe lo stato incandescente dei pianeti maggiori e la loro tenue densità media, stato che senza una sorgente di energia come noi intravediamo nell'etere, non potrebbe essersi mantenuto a lungo.
     
     
      CAPITOLO III.
      Come si ricuperi l'energia dell'Universo.
     
      Spiegato come l'azione calorifera dell'etere possa rigenerare l'energia perduta dagli astri, rimane a spiegare che cosa avvenga di tutta la somma di energia che irradiando dagli astri sembra disperdersi negli spazî. Va essa definitivamente perduta o viene ricuperata e raccolta?
      Finora è accettato, si può dire come assioma della scienza, che l'Universo abbia una dotazione determinata di energia fin dalla sua origine e che tale energia sia destinata ad una inevitabile dissipazione.
      Ma l'Universo, infinito nello spazio come nel tempo, non può immaginarsi che infinito anche nella sua vita, perchè se era destinato ad estinguersi, sarebbe da infinito tempo già estinto. Invece esso potrà trasformarsi, ma estinguersi, mai.
      La forza esiste allo stato che si può dire primordiale e più semplice, sotto forma delle vibrazioni dell'etere che riempiono gli spazî e che penetrano negli ammassi di materia, comunicando ad essa le proprietà e l'energia di cui è dotata.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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