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      Ma immaginiamo che possano formarsi degli ammassi ancora più grandi: che avverrà in tal caso? Il calore sviluppato e accumulato per l'azione dell'etere, sarà sempre più grande fino a raggiungere un limite in cui la materia, già interamente gazosa, più non obbedendo alla forza attrattiva, si disperderà, ritornando allo stato della nebulosa primitiva?
      Potrebbe una simile fase verificarsi pel nostro Sole?
      Dagli astronomi si accenna alla eventualità della caduta dei pianeti nel Sole; tale caduta, indipendentemente dall'azione immediata meccanica che rifornirebbe di tanto calore il Sole, aumentando la massa di questo, dovrebbe accrescerne la temperatura in modo permanente, per la cresciuta azione dell'etere.
      Se si considera però che la massa attuale del Sole è ben settecento volte quella di tutti i pianeti messi assieme, si dovrebbe concludere che per tale via, dato il relativamente modesto contributo di materiale, non si dovrebbe ottenere un aumento di temperatura molto notevole.
      Non si può d'altra parte escludere che possano esservi altre vie per le quali il Sole aumenti notevolmente la sua massa. La caduta di materiale meteorico, sebbene indubbiamente assai lontana dall'abbondanza supposta dall'ipotesi meteorica, potrà avere tuttavia a lungo andare una qualche influenza sull'aumento della massa solare.
      Rimane inoltre la possibilità, per quanto lontana, dell'incontro con qualche astro, ed è forse questo il destino finale riservato al nostro sistema nel suo grande viaggio nell'ignoto, verso la costellazione d'Ercole?


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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