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      Difatti, se si fossero formate in epoche diverse, dovrebbero trovarsi a gradi diversi di attività.
      Tutto ciò, con la nostra ipotesi, ha un significato ben diverso.
      L'epoca dell'origine delle singole stelle non ha in certo modo influenza, poichè, come abbiamo veduto nel caso del Sole, si può ritenere che possano essere rifornite dall'esterno di energia, indefinitamente.
      Sempre secondo la nostra ipotesi, l'Universo quale oggi lo vediamo, può ritenersi in realtà più stabile e anche più antico di quanto d'ordinario si creda; le condizioni presenti potrebbero a rigore durare senza variazione alcuna anche all'infinito.
      I varii colori delle stelle, cioè il vario grado di attività, si possono benissimo spiegare con la diversa grandezza.
      Le stelle bianche sono le più grandi, cioè con la massa maggiore e le rosse sono le più piccole. Se sono più piccole non vuol poi dire che siano prossime ad estinguersi. Probabilmente in tale stadio, determinato dalla loro massa limitata, possono avere una durata lunga quanto le bianche.
      Abbiamo veduto, parlando del Sole, come un aumento della sua massa porterebbe un aumento della sua attività. Per tale aumento, il Sole passerebbe al tipo delle stelle bianche, ma un aumento ulteriore porterebbe probabilmente al dissolvimento od alla completa volatilizzazione dell'astro.
      Se ciò fosse, bisognerebbe concludere che le stelle bianche rappresentino la massima grandezza a cui può giungere l'aggregato materiale, oltre il quale limite non potrebbe stare unito in un unico ammasso, causa l'eccesso di temperatura che determinerebbe, come già abbiamo supposto pel Sole, il dissolvimento della massa in nebulosa o in brani lanciati dalle esplosioni.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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