Da quale lavorìo intimo potrà essere generata? Potrà dipendere da qualche particolare azione che l'etere promuove con le sue vibrazioni? Potranno essere fenomeni elettrici, magnetici o altri forse di natura a noi ignota.
Abbiamo veduto, come l'Arrhenius spiegherebbe la luce delle nebulose come dovuta alle cariche elettriche portate dalle polveri cosmiche; da parte nostra vediamo se si possa colla nostra ipotesi dare una spiegazione più soddisfacente della natura di tali corpi e della loro lenta evoluzione: si potrà forse intravedere l'origine prima del cosmo e della stessa materia.
Parlando nei capitoli precedenti della materia e della sua intima costituzione, abbiamo veduto come si possa ritenere che essa non sia che dell'etere concentrato e per così dire organizzato, per modo che tutto l'Universo risulterebbe di un'unica sostanza o principio in due stati differenti: etereo e materiale.
La spiegazione che abbiamo dato dell'attrazione fra particella e particella e fra corpo e corpo, può reggere ugualmente e completamente e se consideriamo la natura intima dei corpi in base al concetto che si può avere dopo compreso il meccanismo dell'etere nei suoi rapporti colla materia, potremo concludere che nulla obbliga ad ammettere una natura differente fra le particelle elementari della materia propriamente detta, inerte e passiva, e quella dell'etere considerato quale agente attivo di tutti i fenomeni.
L'unità di attrazione che abbiamo rappresentato da due particelle elementari ultra-atomiche poste di fronte e che tendono ad attrarsi per la spinta dell'etere sussiste ugualmente anche se si immagina che al posto delle particelle che consideriamo come materiali, ve ne siano due del vero etere.
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Arrhenius Universo
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