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      Saremmo venuti adunque a questa conclusione importante, che le spirali segnerebbero il senso di rotazione del nuovo sistema e che sarebbero destinate a trasformarsi negli anelli planetari. La forza centrifuga ammessa dall'ipotesi di Laplace, alla quale sarebbe dovuta l'origine degli anelli, non avrebbe adunque nulla a che fare; i movimenti rotatori e circolatori sorgerebbero gradatamente mano mano che con l'aumento della densità del nucleo e degli anelli, l'etere, secondo la direzione delle spirali, incomincierà ad incontrare una conveniente resistenza alle sue vibrazioni.
      Come poi dagli anelli possano avere origine i pianeti si può spiegare, immaginando che concentrandosi sempre più la materia dell'anello, ne venga presto o tardi rotto l'equilibrio e allora tutta la materia si ammasserà in un unico nucleo che sarà il nuovo pianeta. Questo, ancora allo stato nebulare, potrà dar luogo ad un sistema secondario di anelli dai quali potranno sorgere i satelliti.
      Eccezionalmente potrà l'anello mantenersi intatto come è il caso dell'anello di Saturno, che deve ritenersi costituito di materiale incoerente, analogo forse alle polveri cosmiche.
      Il movimento di rotazione del nucleo centrale ed i movimenti di rotazione e traslazione dei nuclei planetari, incomincieranno quando, delineandosi ormai il nuovo sistema planetario, i materiali, sempre più concentrati, offriranno una crescente resistenza alle onde eteree.
      L'aumento della temperatura del nucleo della nebulosa, cioè del Sole ormai già formato, deve attribuirsi al graduale ammassamento del materiale, cioè per effetto della sua caduta.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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