Veramente, a voler essere esatti, la parola energia è adoperata in questo caso impropriamente, poichè l'energia non è che un prodotto della massa pel movimento, mentre ciò che avviene è unicamente un trapasso di puro movimento, cioè di velocità che diminuisce in una massa, qual'è quella della materia che sorge, per essere ceduta all'etere che rimane libero.
Le particelle materiali animate della massima velocità e infinitamente disgregate, ritornerebbero all'etere; questo invece, spoglio di gran parte della propria velocità iniziale, sarebbe necessariamente aggregato, ed ecco la materia propriamente detta.
Si potrebbe anche dire che la materia è etere compresso e concentrato, poichè le particelle eteree acquistano le proprietà materiali diminuendo la loro velocità di vibrazione, venendo costrette a percorrere orbite più anguste e determinate.
Se la materia può considerarsi etere compresso, dovrebbe rappresentare una massa immensamente maggiore dell'etere, il quale ha le particelle più lontane e che percorrendo una maggior orbita, occupano uno spazio tanto maggiore. Giova però ricordare che tali particelle, data la loro estrema incommensurabile velocità, possono considerarsi onnipresenti, non lasciando spazi vuoti.
In causa di tale proprietà fondamentale, possono conciliarsi nell'etere, come già abbiamo spiegato, i caratteri tanto opposti ed in apparenza contradditori, di una elasticità e fluidità infinite, con la rigidità assoluta. Si viene da ciò ad una conclusione che può sembrare un paradosso e cioè, che la massa rappresentata dall'etere, sebbene tanto dilatato in confronto della materia e pur essendo allo stato imponderabile, può considerarsi infinita, mentre quella della materia, che si trova invece allo stato ponderabile, è in ogni caso limitata, e trovasi immersa nella massa imponderabile dell'etere, dal quale è interamente penetrata.
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