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      Così deve ammettersi che avvenga della forza viva, cioè della velocità esuberante che mano mano vanno abbandonando le particelle dell'etere nella loro metamorfosi in materia.
      Il fenomeno opposto, cioè un assorbimento di altrettanta energia, deve verificarsi quando invece la materia avesse a ritornare allo stato di etere libero.
      Abbiamo ammesso che tali fenomeni abbiano luogo in centri di concentrazione o di dispersione che si troverebbero disseminati negli spazi, in corrispondenza ai quali si troverebbe una nebulosa od una stella già formata.
      La posizione rispettiva dei singoli centri o nodi dipenderebbe da leggi in rapporto alla lunghezza delle onde di vibrazione eteree e perciò le varie stelle e nebulose sarebbero legate fra di loro con un legame armonico che le manterrebbe in rapporto le uno colle altre con una forza superiore alla gravitazione, la quale per l'eccessiva distanza che separa le varie stelle si può escludere che abbia influenza sensibile.
      Analogamente abbiamo ammesso che esiste un legame dipendente anche questo dalla lunghezza delle onde eteree, al quale, all'infuori della gravitazione, possa attribuirsi il rapporto della distanza delle orbite dai vari pianeti rispetto al Sole.
      L'originaria nebulosa solare con la sua forma schiacciata e l'attuale sistema planetario con le orbite dei singoli pianeti presso a poco in un unico piano, a somiglianza di molte nebulose del cielo, presentano forse qualche analogia con la lamina vibrante, come abbiamo spiegato: il Sole si troverebbe nel centro di questa specie di lamina e le orbite occupate in origine da anelli di materia nebulosa da cui ebbero origine i singoli pianeti, rappresenterebbero altrettante linee nodali, la cui posizione sarebbe in rapporto colla lunghezza d'onda, come sembra indicare la legge di Bode.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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