Si tratterebbe, come si vede, di una forza secondaria e indiretta dell'etere, differente dalla gravitazione, che farebbe risentire la propria influenza anche a grandi distanze e conforme leggi fisse.
A fenomeni secondari di tale forza misteriosa potrebbe attribuirsi la rotazione degli astri intorno al proprio asse, come sembra indicare la direzione delle spirali delle attuali nebulose, e analogamente potrà avere una spiegazione il movimento di rivoluzione dei pianeti. Tali cause devono sussistere tuttora, dovendo compensare le perdite sia pur lievi, che tendono a rallentare il movimento dei pianeti.
L'origine del calore solare, secondo la teoria generalmente accettata, sarebbe dovuta alla concentrazione della materia solare fin dalle sue origini; cioè partendo dalla nebulosa originaria non si avrebbe che un continuo dispendio della primitiva somma di energia, senza alcuna causa che possa in modo qualsiasi ripristinarne anche solo una parte.
Anche le ipotesi che ammettono la possibilità della caduta dei pianeti nel Sole e delle stelle in altre stelle e così pure l'ipotesi meteorica che ammette la caduta di materiale estraneo al Sole, conducono forzatamente alla fase finale inevitabile, all'esaurimento di tutte le forze, all'estinzione definitiva di tutti gli astri.
Tutte le ipotesi, compresa la radioattiva che abbiamo riconosciuto così poco convincente, restano mute di fronte al problema fondamentale: l'origine e la fine dell'Universo.
La nostra ipotesi scioglie invece completamente il problema senza lacune.
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