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      È vero che l'atmosfera umida e nuvolosa potrà eliminare almeno in parte le differenze; ma in tali condizioni e con un Sole tanto meno luminoso, di quale luce potevano usufruire i vegetali dell'epoca carbonifera, sotto quella cappa plumbea nelle latitudini polari? In tale semi oscurità potevano verificarsi le condizioni favorevoli per la flora lussureggiante del carbonifero? Ma non si dimentichi poi che tali condizioni di uniformità di clima dovrebbero essersi mantenute per un periodo lunghissimo probabilmente di milioni d'anni.
      Ma questo ancora non basta, poichè oltre al clima è da considerarsi che i depositi carboniferi richiesero inoltre condizioni speciali caratteristiche di suolo, che avrebbero dovuto riscontrarsi in regioni tanto diverse della Terra. Infatti i letti carboniferi sono quasi ovunque molto numerosi, sovrapposti gli uni agli altri, alternati con strati di argilla, grès, ecc., per lo spessore che può raggiungere centinaia di metri.
      Ora, ciò si spiegherebbe coll'ammettere che ad ogni strato di carbone corrisponda un abbassamento di livello, altrimenti lo strato successivo superiore non avrebbe potuto formarsi, poichè bisogna tener conto che il carbone è un prodotto di vegetazione paludosa. Si ritiene cioè che ad ogni strato di carbone corrisponda uno sprofondamento del suolo ed un arresto, con alternative che devono essersi ripetute durante tutto il lunghissimo periodo richiesto per la formazione dell'intero deposito.
      Sono condizioni affatto speciali, difficili a spiegarsi, e che avrebbero dovuto ripetersi nelle identiche condizioni in tutte le svariate regioni e disparate latitudini in cui ora si riscontrano i depositi carboniferi, e quindi si può dire per tutto il globo.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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