Intendo parlare della grande catena dell'Imalaia e di tutto quell'assieme di catene e di altipiani che ne dipendono, verso il Tibet, la Cina, l'Indocina da una parte e verso il Kaschmir, il Karakorum e l'Afganistan dall'altra.
Questa deve essere la regione terrestre nella quale si svolsero le maggiori pressioni, risultandone una vastissima zona di grandi elevazioni che occupano tutta l'Asia Centrale. Anche qui la direzione della spinta da sud a nord non può mettersi in dubbio.
La penisola indiana, dalle foci del Gange alle foci dell'Indo, come la ganascia di una morsa immane, con una fronte di oltre duemila chilometri, premette il continente asiatico che, opponendo il baluardo delle sue regioni nordiche, ha reagito contro la formidabile stretta.
La vasta regione ne fu tutta corrugata. Gli strati delle roccie più profonde furono piegati, sconvolti, schiacciati, formandosi l'Imalaia ed il Karakorum, che colle giogaie gigantesche di 8 chilometri di altezza dànno la misura delle forze che entrarono in giuoco.
Gli effetti della pressione si propagarono sulla fronte tutto all'ingiro per migliaia di chilometri. I vasti altipiani del Tibet, le catene interne del Kuën e Altyn; più a nord la grande catena del Tien-scian (Montagna-celeste) che si eleva fino a 7800 m.; più internamente ancora il gruppo degli Altai, quello di Changai o Hanghoi e altre catene della Mongolia settentrionale si presentano tutte colla direzione spiccatamente predominante da est ad ovest, con evidente diretta dipendenza dall'Imalaia.
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