Alcuni geologi dànno a questo fatto grandissima importanza e con esso spiegano anche i corrugamenti (Cortese, Planetologia, Man. Hoepli, Milano, 1913).
Parlando degli strati alternati di carbone e sabbia, accenna alla necessità di ammettere oscillazioni del suolo. Guardi che ora non si ammette più la formazione in sito dei giacimenti di carbone, ma che si ritengono quasi tutti dovuti a fluitazione, depositi di delta, spiegando così facilmente l'alternare di sabbia e carbone ed anche la soprapposizione di gruppi di strati aventi inclinazione diversa.
Quanto alla parola carreggiamento, ammetto che sia bruttissima, ma non mi pare che si possa sostituire colla parola dislocamento, avendo questa un significato molto più generico; così con essa possiamo indicare una faglia, una piega, mentre noi dovremmo significare un ricoprimento per scivolamento e cioè la traduzione dal tedesco Ueberschiebungdecke e dal francese nappe de charriage.
Critiche di un astronomo.
L'autore, così parlando della Terra come del Sole, fa congetture di spaventevoli trasporti di massa, mentre non pensa alle conseguenze meccaniche delle nutazioni interne e dei cambiamenti degli assi d'inerzia.
Per l'autore, nelle sue congetture, l'equatore è tal quale oggi noi lo conosciamo, passante, ad es., per Quito e Borneo; gli orientamenti delle montagne sono studiati quali oggi ci si mostrano.
L'autore non ha pensato che, mentre il piano dell'orbita della Terra, finchè le masse dei corpi perturbanti non mutano nè valore nè direzione, di poco assai cambia nello spazio; l'equatore terrestre invece, cioè gli assi principali d'inerzia, sotto le spaventevoli correnti di materia immaginate dall'autore, debbono subire enormi e variabilissime mutazioni.
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