Rimane la possibilità di ammettere lo spostamento polare in epoca anteriore alla attuale orografia; così, se non si potrà invocarla per la spiegazione dell'epoca glaciale, potrebbe, come già ammisi, dar ragione della presenza dei depositi carboniferi in vicinanza ai poli, senza ricorrere all'assurdo del clima caldo e uniforme per tutto il globo. Ma vi sono altre difficoltà.
Si dovrà dunque ammettere che un tempo l'equatore terrestre passasse presso a poco dove oggi vi sono i poli, ma non basta, poichè, dato che i depositi carboniferi si trovano disseminati in tutti i punti della Terra, si dovrà ammettere che lo spostamento si sia verificato più volte successivamente dopo lunghissime soste, forse di milioni d'anni, perchè avessero il tempo di formarsi i depositi carboniferi nella corrispondente zona calda e in tal caso, come si spiegherebbero l'uniformità e la contemporaneità evidente che esiste fra i depositi più lontani? Inoltre, contemporaneamente ai depositi dei climi caldi, avrebbero dovuto formarsi anche i depositi dei climi freddi glaciali, che per la stessa ragione dovrebbero trovarsi disseminati, al pari dei carboniferi, su tutta la Terra, il che non risulta affatto.
Mi si obbietta che nell'immaginare la mia ipotesi non mi preoccupo delle conseguenze meccaniche delle nutazioni interne e dei cambiamenti degli assi d'inerzia, prodotti da quei spaventevoli trasporti di materia; ma io non trovo punto giustificata una tale obbiezione, poichè non credo di aver lasciato supporre che nella Terra possano aver luogo di tali spaventevoli correnti, anzi escludo affatto che abbiano a verificarsi di codesti trasporti e correnti tanto violente, tanto meno nelle condizioni presenti della Terra, coperta com'è da una grossa crosta.
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