Una prova indiretta della liquidità terrestre si deve vedere nella grande potenza raggiunta universalmente dai depositi sedimentari.
Infatti, senza ammettere che la crosta solida possa essere suscettibile di sprofondarsi, appunto per essere appoggiata su di un fondo cedevole come il magma liquido, non potrebbero spiegarsi in modo soddisfacente le deposizioni successive, regolarmente alternate, dei letti di carbone, e tanto meno le grandi pile delle stratificazioni di più epoche geologiche sovrapposte.
È classico l'esempio portato dal Lyell, di un deposito carbonifero della Nuova Scozia; il quale, in uno spessore di 400 metri, presenta ben 68 livelli differenti sovrapposti, con traccie evidenti di essere stati suolo di foresta i cui tronchi erano ancora provveduti delle loro radici64. Come si può spiegare ciò senza ammettere che il fondo paludoso in cui vegetava la foresta carbonifera, fosse soggetto ad un successivo e molte volte ripetuto sprofondamento? E non si tratta di un esempio isolato, poichè i depositi carboniferi in generale per estensioni vastissime presentano una simile regolare sovrapposizione di letti di carbone alternati con arenarie, argille, ecc.
Ma esempi ancora più grandiosi e vasti si troveranno in ogni località se si considereranno gli strati sedimentari, e ne cito uno appunto che ho a mia conoscenza.
I monti dell'Alto Vicentino sono costituiti da una serie di strati in gran parte sedimentari, sempre in perfetta concordanza fra di loro, i quali, a partire dal Permiano che si trova alla base, risalgono al Trias, al Giura, alla Creta e poi all'Eocene fino a tutto il Miocene.
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Lyell Nuova Scozia Alto Vicentino Permiano Trias Giura Creta Eocene Miocene
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