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      Su questa poi poterono ancora deporsi le stratificazioni del Giura e della Creta, anche queste di uno spessore complessivo di forse un migliaio di metri.
      Dopo la Creta, la quale viene ritenuta un deposito di mare molto profondo, succede in perfetta concordanza l'epoca terziaria cogli importanti depositi dell'Eocene, durante il quale il mare fu in parte colmato, come indicano i banchi di corallo, indizio di acqua poco profonda e anzi successivamente, durante le eruzioni basaltiche del Miocene, tanto caratteristiche nel Vicentino, sembra che il mare fosse quasi colmato del tutto, poichè vi abbondano depositi paludosi di acqua dolce; ma poco appresso dovette sopravvenire un nuovo sprofondamento, forse l'ultimo, ricomparendo, sempre in concordanza, i depositi marini di arenarie e gres calcariferi del Miocene superiore. Alla fine di questo, ebbe finalmente luogo il grande generale corrugamento che diede origine alle catene montuose.
      È provato adunque, che l'originario fondo marino formato dai micascisti che si trovava si può dire a fior d'acqua, ha continuato, più o meno regolarmente, con qualche arresto, a sprofondarsi durante milioni d'anni per migliaia di metri.
      Un simile esempio non è che la ripetizione di un fenomeno universale, frequentemente avvenuto in proporzioni anche più grandiose, il quale ha si può dire costantemente accompagnato la deposizione degli strati sedimentari.
      Fin dai primi tempi in cui l'uomo ha incominciato a considerare i fenomeni terrestri per spiegare l'origine delle montagne e dei rilievi continentali che emergono dal mare, ha subito immaginato i sollevamenti determinati da forze vulcaniche interne, tanto che la parola sollevamento è ormai generalizzata e usata da tutti.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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