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      Se egli si trova dinanzi a qualcosa di urtante, di brutale, lo modifica, lo purifica - lo idealizza. Reciprocamente: i personaggi simpatici dei naturalisti hanno tutti il loro lato debole, volgare, violento; le azioni generose i loro moventi indegni. Quando io ho scelto un argomento, mi trovo di aver scelto nello stesso tempo il mio metodo; viceversa: se io mi propongo di conseguire certi effetti, non sono più libero di scegliere un soggetto qualunque: il mio campo è circoscritto. Abbracciare un sistema, in arte come in politica, importa negare certe cose e crederne delle altre, rinunziare a certe categorie di emozioni e di opinioni, non vedere più che in un modo determinato. Realismo e idealismo sono al tempo stesso delle dottrine etiche e dei metodi estetici, sistemi filosofici e partiti artistici. Un romanzo idealista nell'ispirazione e naturalista nell'esecuzione - o viceversa - non è possibile: Zola ci si è provato, ed ha fatto il Sogno....
      Da un'altra parte, il pubblico generalizza troppo facilmente. Se in un libro si descrivono soltanto delle miserie, delle vergogne, delle crudità, che ragione ha la gente di rimproverare all'autore: "Voi rinnegate le nobiltà, le delicatezze, gli eroismi?" Se un altro libro è tutto pieno di queste cose che mancano all'altro, c'è ragione di pigliarsela con l'autore perchè spazia sempre nell'alto? A volere che uno scrittore dia un'adeguata imagine del mondo materiale e morale, bisognerebbe dargli, per lo meno, un po' di tempo! "Dio mio! - esclamò una volta Luigi Capuana - non si può mettere l'universo in sette novelle!


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





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