- Avanti, Vannina; su via! Hai paura dei miei amici?
- Hanno portato questo per te - e la piccola miniatura di donna non levava gli occhi curiosi di dosso a Paolo Dinolfi. - E dice la mammina che lei è pronta per andar fuori....
- Prega la mammina di andar sola per oggi - rispose l'ingegnere, dopo aver dato un'occhiata alle carte. - Ho qui un bel da fare. Tu le terrai buona compagnia.
E l'ingegnere Ferrieri, attirando a sè la figliuola, le stampò due grossi baci sulle guancie.
- Non ha un altro bambino? - chiese premurosamente il Dinolfi che a quella piccola scena si era sentito intenerire.
L'ingegnere si passò una mano sulla fronte.
- È morto, compie ora un anno! Me l'ha portato via la malattia che infierisce in questo povero paese, la stessa che portò via la mia buona mamma. Non sapete che noi siamo qui ogni giorno in pericolo di vita? È urgente provvedere al rimedio, e questo è ora il mio gran da fare; un progetto di sistemazione del sottosuolo della città, in modo da evitare l'inquinamento delle acque. Bisognerà adottare un nuovo tipo di fogne.... Ecco la prosa che viene a interrompere la poesia della nostra comunione spirituale.... Vedete, mio caro romanziere? Esse sono nel vero entrambe!
IL PASSATO.
I.
Ella glie lo aveva detto:
- Non ne sarai geloso?
Ed Andrea le era caduto ai piedi, sollevando verso di lei uno sguardo luccicante di passione.
- Geloso del tuo passato? Ma vi è un passato per te?... per me?... Non siamo noi nati appena da pochi giorni, dal giorno benedetto che io ti confessai l'amor mio?
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