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Avevano convenuto di incontrarsi da Montabone, come per caso; ma come Andrea Ludovisi andò a trovare la baronessa, dopo averle espresso quel desiderio, ella gli si fece incontro con un'aria festosa.
- Una sorpresa!
Costanza dischiuse il piccolo cofanetto di raso azzurro dalla chiave dorata, che stava sull'étagère.
- Ecco l'imagine ridente.... di quella che fui una volta!
Andrea guardava il ritratto, la figura quasi infantile di quella donna in veste bianca, circonfusa di veli; e alzando gli occhi verso di lei, chiese con un accento di incredulità:
- Questa?... Sei tu?...
- Ero.... quindici anni or sono! È il ritratto fatto durante il mio viaggio di nozze.
Con un sospiro, era andata a gettarsi sul divano semicircolare disposto in un angolo del salotto. Stette a lungo, pensosa, con la testa appoggiata sulla palma della destra. Poi, scuotendosi, visto che egli non veniva a raggiungerla, chiamò:
- Andrea!
Non ottenne risposta. Immobile, tutto nero sullo sfondo luminoso della finestra, egli guardava ancora il ritratto.
- Andrea!... - e, levatasi, gli si avvicinò. Mute, grosse, luccicanti, le lacrime gli sgorgavano dagli occhi spalancati, gli rigavano le guancie, cadevano una dopo l'altra sulle mani leggermente tremanti.
- Andrea!.... Andrea mio!... Guardami, che cosa è stato?... Ma guardami!
Più grosse, più spesse, le lacrime continuavano a sgorgargli dalle palpebre gonfie. Ora, dei singhiozzi gli salivano alla gola, lo scuotevano tutto, gli scomponevano il viso.
- Lasciami.... lasciami....
- Ma perchè, Signore Iddio, perchè?
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Montabone Andrea Ludovisi Signore Iddio
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