- Non ne conservo più nessuna. Oggi stesso le ho tutte sepolte, dentro una vecchia valigia, in fondo a un sotto-scala.
- Perchè non le hai bruciate?
- Perchè sono molte, e se ne sarebbe accorta la gente di casa.
Ad un tratto, come un fanciullo che, dopo una finta indifferenza, manifesta il proprio capriccio, egli le disse rapidamente:
- Me le fai leggere?
- Oh, no!
E ad una ad una, risolutamente, richiuse le cassette dell'armadio.
Egli fece un giro per la stanza, andò a guardare prima le acqueforti disposte nell'angolo accanto alla finestra, poi la grande ceramica istoriata dell'angolo opposto, rimosse il canestrino di raso sostenuto dal tripode di bambù, e le si fece nuovamente vicino.
- Perchè non mi vuoi far leggere quelle lettere?
- Perchè te ne pentiresti, tu stesso, per il primo....
- Se te ne pregassi?
- Andrea!... Ricordati dunque quello che hai sofferto quando ho risposto soltanto ad una tua domanda!... La mia vita, te l'ho detto, tu hai il diritto di conoscerla, vuoi?... Ma quelle lettere....
- Voglio leggerle.... qualcuna almeno....
La baronessa si passò una mano sulla fronte.
- Senti, io potrei dirti che vi è una mancanza di fiducia in quello che tu pretendi; una mancanza di fiducia molto dolorosa per me. Potrei dirti ancora che il segreto di quelle lettere non mi appartiene per intero.... Ma non importa: io ti dico, io ti ripeto soltanto che è per risparmiarti un dolore, per risparmiarne un altro a me, che io mi oppongo al tuo desiderio.
- Ed io ti dico, - rispose freddamente Andrea, incrociando una gamba sull'altra e guardando la punta delle sue scarpe - ed io ti dico che tu ti opponi al mio desiderio, perchè c'è qualcuno che ti scrive ancora.
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Andrea
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