- Il signor principe di Marciano.
VII.
Il duca di Majoli e il Giussi, incontratisi alla Villa Nazionale, salivano la scaletta augusta della sezione napoletana del Reale Yacht Club italiano - una vera scala di bastimento - e si fermavano ogni due gradini.
- Dunque, è proprio inevitabile? - chiedeva ancora il Giussi.
- Pur troppo!
- Ma questa è già la seconda questione fra loro!
- Sammartino aveva giurato di vendicare la prima ferita.
- Una scalfittura!
- Non importa, per uno spadaccino come lui, un po' guappo, anzi mafioso, come dicono in Sicilia.
- Ludovisi è forte?
- Debolissimo. Ma non lo può soffrire; l'antipatia è una forza.
- E questa antipatia?
- Chi sa!
- Cherchez la femme!
Con una scossa del capo, il duca aveva troncate le indiscrete interrogazioni del suo compagno. Era proprio la donna che bisognava cercare! egli non lo sapeva che troppo, e le sue tristi previsioni si avveravano tutte!...
Aspettando i padrini dell'avversario, in quella piccola sala deserta, mentre veniva dall'aperto il ronzio della folla che passeggiava per i viali della Villa e i mille diversi rumori del Caffè di Napoli, il duca sentiva un'agitazione interiore crescere in lui di momento in momento. Perchè aveva accettato di rappresentare Andrea Ludovisi in quella partita d'onore? Perchè non aveva trovata la forza di rifiutarsi, come si era rifiutato una prima volta? Perchè si era lasciato vincere dal pianto dell'amico?... Ah! le lacrime, i palpiti, i singhiozzi: egli non conosceva che questi!... E rivedeva la disfatta figura di Andrea, quando, non più sorretto dall'eccitazione che lo aveva spinto a sfidare ad un tratto le sorde provocazioni del Sammartino, gli aveva confessato tutta la propria miseria, il contrasto dell'amore, della gelosia, della disistima; l'impossibilità di durare in quella tortura di tutti gl'istanti.
| |
Marciano Majoli Giussi Villa Nazionale Reale Yacht Club Giussi Sicilia Villa Caffè Napoli Andrea Ludovisi Andrea Sammartino
|