Oltremodo sensibile all'interessamento che Ella mostrò di prendere alla nostra letteratura, e per obbedire al desiderio espressomi di leggere qualcosa di mio, mi recai ad onore di farle pervenire quella novellina che, sotto il titolo di Una Dichiarazione ella potrà rileggere - se l'ha fatta ridere tanto - in un prossimo numero del Fanfulla della Domenica. La colpa del curiosissimo equivoco è.... - rida ancora! - del litografo Richter. Se egli mi avesse mandato i biglietti che aspetto da una settimana, ne avrei messo uno, con qualche parola di accompagnamento, dentro la busta contenente il manoscritto. Così, senza nessuna spiegazione, Ella lo ha preso per quel che non era, ma che del resto avrebbe potuto essere! Non mi dica che faccio il galante; la galanteria suppone - de part et d'autre - un piccolo fondo di menzogna, e ciò che io le dico è l'espressione sincera del mio pensiero. Una signora di spirito come lei, è capace di tutto, anche di darne a chi non ne ha de son chef.
Chiamato da affari urgenti a Roma, mi rincresco infinitamente di non poter venire a salutarla di persona. Ma giacchè Ella andrà ai laghi in agosto, avrò l'onore di rivederla lì, quantunque sarà difficile che mi vi anneghi secondo il suo desiderio. Ad ogni modo, trovi Ella qui l'espressione dei miei più vivi ringraziamenti pei consigli materni di cui mi è stata prodiga, insieme con l'attestato del mio più profondo rispetto.
Devotissimamente
G. VALDARA.
III.
TELEGRAMMA. Guglielmo Valdara, Roma.
Venite.
IL MEMORIALE DEL MARITO.
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