- Meglio così.... - disse ancora a bassa voce la duchessa di Neli, guardando quel cielo schiacciato, la cerchia ristretta dell'orizzonte, gli alberi mezzo spogli, e trovando una secreta corrispondenza fra la malinconia delle cose in quella stagione e la disposizione del proprio spirito. Era l'autunno che oramai le conveniva, l'autunno in campagna, dove è ancor più visibile il mancare del verde, il ritirarsi del sole, tutti i sintomi dell'agonia della natura.
E come ella si compiaceva di aver fatto portar via il mazzo recatole dal suo giardiniere, il domestico comparve di nuovo sull'uscio.
- La signora duchessa è servita.
Passata nella sala da pranzo, preso posto alla tavola dove il duca batteva la marcia con le posate, fiutando ogni cosa, allungando la testa da una parte e dall'altra come un ragazzo malavvezzo, la duchessa disse, con voce breve:
- Domani andrò in villa.
Il marito la guardò, sorpreso da quell'insolito accento di risoluzione. Ma un sentimento di soddisfazione gli si dipinse subito in volto.
- Era quello.... - Poi, quasi pentito. - Non è una bella stagione. Del resto, fai come ti piace. Puoi dare gli ordini opportuni.
II.
Nulla dispone lo spirito alle lunghe fantasticherie, alle lente evocazioni del passato, quanto certe grigie giornate d'ottobre, allorchè le nuvole sfilano in processione, le une sulle altre, confuse e nondimeno distinte, allo stesso modo che le imagini degli avvenimenti trascorsi. Gli uni sugli altri, i ricordi passano pel cielo della memoria e, lieti o tristi, è in essi sempre un'intima malinconia, forse come effetto della stessa inazione in cui sono lasciate le vive energie dell'organismo.
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Neli
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