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      L'impressione procuratagli da quella donna non era ordinaria. Egli aveva molto sentito parlare di lei, dell'austerità dei suoi costumi, del sacrificio di tutta la sua vita, e non si era potuto difendere, ogni volta che l'aveva intraveduta, o se ne era rammentato, da un movimento di istintiva curiosità dinanzi a quella che tutti, amici e nemici, chiamavano un'eccezione di donna. Però, il giorno della visita all'eremitaggio, uno spiraglio si era aperto pel suo spirito. Da che cosa poteva dunque dipendere la mestizia diffusa nella figura della duchessa di Neli, se non dal vuoto della sua vita e del suo cuore?... Egli la rivedeva, malinconica, nella semplicità quasi dimessa della sua toletta, aggirarsi pei corridoi del romitaggio, e una secreta corrispondenza gli pareva corresse tra quella figura di donna la cui vita era stata una rinunzia, e il soggiorno di coloro che avevano dato un addio al mondo, per sempre. Egli la rivedeva sotto il grigio di quel cielo autunnale, alla terrazza del romitaggio, e non poteva riuscire a difendersi da un sentimento di commiserazione pensando a quei poveri capelli bianchi, a quel tramonto d'una bellezza invano fiorita. Di quale amore tenero e forte ad un tempo doveva amare quella donna! Che tesori di affetto aveva dovuto accumulare nel suo cuore, così a lungo deserto! Come avrebbe egli voluto darle, nel breve tempo che ancora le rimaneva dinanzi, tutte le dolcezze che le erano state defraudate! Come avrebbe voluto che l'aurora dell'amore confortasse la malinconia di quel tramonto!


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





Neli