Con quale tenerezza avrebbe egli baciato quei poveri capelli bianchi, con qual cura gelosa ne avrebbe composta e custodita una piccola ciocca!...
Ad un tratto, il cavallo si arrestò. L'intelligente animale pareva avesse compresa ]a distrazione del padrone e indovinata la mèta, poichè s'era fermato da sè dinanzi il cancello della villa. L'Olderico discese, legò le redini all'inferriata e s'avanzò pel viale. Dei cani gli abbaiarono contro, un servo si avanzava.
- La signora duchessa?...
- Favorisca.
L'Olderico salì la breve scala di marmo, ornata di grandi vasi. Sull'uscio, un cameriere gli fece strada. Traversarono una fila di stanze semi-buie, dove i passi si attutivano sui tappeti; la duchessa stava in un salottino ancora più scuro. Entrando, l'Olderico non l'aveva scorta; com'ella si scosse sulla poltrona, le si fece incontro.
- Signora duchessa....
- Buondì, cavaliere; è stato molto buono di ricordarsi di me! Sono lieta di poterla ringraziare a voce dei bellissimi libri. Un vero regalo. È tanto lungo il tempo in campagna, in questa stagione uggiosa! Grazie a lei, ho passato delle ore piacevolissime....
- Mi permetta di credere che tocca a me ringraziarla....
Assuefatti gli occhi a quel dubbio chiarore, l'Olderico potè veder meglio la duchessa. Ella portava una ricca veste da camera loutre con largo tablier a pieghe di surah celeste pallidissimo; guarnizioni di merletti e cascate di nastri loutre e celeste. Da tutta la persona esalava un profumo di corilopsis così acuto, che finiva per dare alla testa.
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