Senza saper bene perchè, l'Olderico si sentiva vincere da una freddezza crescente; aveva creduto di trovare la donna incontrata al romitaggio; ne aveva invece dinanzi un'altra. Come la duchessa parlava della noia dell'autunno, delle promesse dell'inverno, egli finì per darle ragione, contro genio, per darsi un contegno.
- Ecco il suo Mont-Oriol; sto per finirlo.
La duchessa prese il volume dallo sgabello vicino e stese un poco il braccio. Le sue dita erano ricoperte di anelli, i brillanti gettavano bagliori tutt'intorno.
Ora si parlava di letteratura; ella l'aveva contro i naturalisti, trovando mal fatto che non si descrivessero le cose ricche, la vita elegante, le passioni nobili e generose. L'Olderico, sempre più impacciato, parlava a pena.
La duchessa si alzò.
- Ama i dolci, cavaliere?...
- Grazie, signora duchessa....
Com'ella prese la bomboniera sul caminetto, vicino la finestra, e l'Olderico le si fece vicino, scorse la fronte di lei in piena luce. I capelli bianchi? Scomparsi, spariti; invece, la pelle era impercettibilmente macchiata di nero....
- E resterà ancora un pezzo in campagna?
- Oh, no, signora duchessa. Mi pare che ella abbia perfettamente ragione. Quest'autunno non ha nessuna poesia. Ritornerò in città domani l'altro.
IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA.
I.
La prima messa, a San Giorgio, era poco frequentata: delle donne di umile condizione, in vesti dimesse, inginocchiate dinanzi alle seggiole; qualche vecchio seduto sulle panchette di legno; due o tre beghine appartate in un angolo, riconoscibili al pallore clorotico del viso, alla rigidità quasi meccanica del gesto col quale sgranavano i loro rosarii: una trentina di persone, in tutto.
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