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      Allora, ella ruppe pianamente in pianto. Gli occhi aridi, le guancie ardenti, erano tutti irrorati dalle lacrime, l'eccitazione dello spirito trambasciato si risolveva in quella crisi benefica.
      - Madre mia!... Madre mia!... Che buona parola!... Come fa bene poter piangere!... Sarò dunque perdonata?...
      - Sempre che ne avrai la speranza....
      - Il pianto non è dunque una debolezza, se io mi sento ora più forte di prima, più disposta ad uscir vincitrice dalla lotta?... Che bene mi avete fatto, padre mio!...
      - Bisogna guardarsi dall'eccesso della fiducia dopo l'eccesso dello sconforto. A sostenerti, riprendi tua figlia presso di te; il posto delle figlio è accanto alle madri. Pensa che essa penserà a te, come tu oggi pensi a tua madre; pensa che l'amore, l'odio, l'ambizione, l'invidia, tutte le più forti passioni finiscono prima di noi, e che, quando tutto è finito, una cosa resta: la soddisfazione del dovere compiuto....
      Parlava ancora, sotto voce, con una grande dolcezza, che ella io interruppe:
      - Sì, è vero, è giusto!... Grazie, padre; grazie del bene che mi avete fatto.... E potrò ancora ricorrere a voi?
      - Ogni volta che ne avrai bisogno.
      Ella restò ancora un poco in orazione; poi si levò, traversò lentamente la chiesa, bagnò le dita nella pila dell'acqua santa, si curvò ancora voltandosi, ed uscì.
     
     
      III.
     
      Il seminarista, che aveva finito di mutare le tovaglie degli altari per la prossima festa, vedendo che padre Ladislao non usciva ancora dal confessionale, si avviò verso di lui.
      Al rumore di quel passo, il confessore venne fuori.


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





Ladislao