Quando gli fui accanto, mi pentii della mia iniziativa. Il conte di Bauern, presente col corpo in quella sala di bigliardo rischiarata dalle sei lampade dai grandi riflettori, ne era lontano con lo spirito - infinitamente lontano. Dove vagava esso? che cosa cercava? quale visione seguiva? Non lo so; so questo: che ebbi appena l'agio di stringergli la mano, di balbettare non ricordo più quali frasi di convenienza, e passai in una sala vicina.
«Quando il diavolo ci mette la coda....
- Un'altra carrozza!... Il medico del Luzzi....
- Silenzio! - ingiunse l'avvocato, che l'interesse aveva già preso. - Quando il diavolo ci mette la coda?
- Nulla può impedire il precipitare delle catastrofi. Giusto quella sera, un'indisposizione della Nevosky aveva fatto sospendere lo spettacolo, e un tempo orribile aveva reso problematico per molta gente l'impiego della serata.
«A poco a poco, una comitiva rumorosa si formò nel Circolo, alla testa della quale era Rodolfo Vialli, un capo scarico, un essere leggiero più della cenere di questa sigaretta. Si chiacchierò, dapprincipio; si commentò la malattia della cantante, si mise non so che scommessa, e a un tratto il Vialli, pigliandosi sotto il braccio l'Ansaldi, un dilettante di musica suo competitore, lo trascinò al bigliardo. La curiosità mi spinse di nuovo da quella parte; il giuoco cominciò, fra il sopravvenire continuo di nuova gente....
All'orologio del caffè scoccò la mezz'ora.
- Debbono già essere in guardia - disse qualcuno.
- State a sentire! - ingiunse di nuovo l'avvocato.
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