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      12 settembre.
     
      Impressione ed espressione sono due termini fra i quali non sarà mai possibile stabilire il segno dell'eguaglianza. Le più semplici percezioni del mondo materiale sono immateriali, e nessuna materia potrà mai rappresentarle. Come descrivere il profumo impercettibilmente dolce di questa ciocca di lillà che muore nel calice di cristallo? Esso mi riempie l'animo di un soave turbamento, mi ridesta mille confuse imagini, mi procura delle vaghe, incoscienti aspirazioni, mi diletta e mi opprime.... Come descriverlo? Come procurare ad un altro la sensazione mia?... Come descrivere il colore di questi fiori? Dirò che è celeste? Vorrà dire: colore del cielo. Ma come dare ad un cieco o ad un minatore vissuto dalla nascita nelle profondità della terra, un'idea di questo colore o di un colore qualsia?
     
     
      13 settembre.
     
      La parola avrà tutt'al più un valore suggestivo, non mai espressivo. I segni verbali, a cui s'è dato un convenzionale significato, potranno destare, per associazione, l'idea ad essi attribuita, ma non rappresentarla direttamente.
      Io non voglio dirle che l'amo! io vorrei farle vedere il mio sentimento, tutti i moti dell'anima innamorata: io vorrei farle leggere nella mia coscienza, farle assistere, come un altro io, a tutto quello che nel campo della mia coscienza si svolge....
     
     
      14 settembre.
     
      Che cosa importa? Da secoli e da secoli, il linguaggio serve ai bisogni dell'umanità. Perchè ti preoccupi tu dell'imperfezione di questo strumento? Quale movimento di superbia ti persuade a disdegnarlo?


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229