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      Vi è una specie di stratificazione dei sentimenti, come vi è una stratificazione dei terreni di cui si costituisce la crosta del globo; il cataclisma che mette a nudo le formazioni preistoriche trova il suo riscontro nelle crisi della coscienza che sollevano l'antico fondo sepolto sotto le impressioni di più fresca data. Uno sconvolgimento di questo genere era quello operatosi in Roberto Berni; soltanto, esso non era dovuto ad un urto repentino e violento. Insensibilmente, a propria insaputa, un movimento di reazione interiore lo aveva rivolto dalla presente adorabile realtà ad una lontana, tormentosa memoria. Per la prima volta dopo tanto volger di tempo, dimenticando tutto ciò che lo circondava, strappandosi alla sua fantasticheria, egli aveva osato di rivedere le reliquie della sua giovinezza, di rimescolare gli avanzi di una storia finita in una tomba precocemente ed improvvisamente dischiusa. Ora, nel contrasto fra il bisogno di evocare in tutti i suoi particolari quel passato in cui aveva lasciato tanta parte di sè, e il dovere che egli sentiva incombergli di dimenticarlo, il ritratto di sua moglie, su cui i suoi sguardi erano inchiodati, si sbiadiva, si confondeva, si cancellava, e sugli scomposti lineamenti un'altra figura si disegnava, più precisa, più netta, più attraente: la figura della Morta.... Egli non aveva più bisogno di cercare l'altro ritratto: la vedeva come se l'avesse dinanzi! Sua moglie non lo guardava più, non avrebbe potuto più rimproverarlo col suo immobile sguardo!


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





Roberto Berni Morta