Ella aveva accettata la partita; gli aveva fatto il sacrifizio di tutta sč stessa; aveva sperato che i suoi baci, le sue carezze, le sue cure, le sue premure, la sua devozione, la sua umiltą, l'atmosfera di affetto in cui lo avrebbe da ora innanzi fatto respirare, sarebbero riusciti a guarirlo. Ed aveva vista la vittoria sorriderle da vicino. Non pareva che egli avesse tutto dimenticato? Non le aveva dato cento prove di amore caldo e sincero? Non era tornato, con forze cresciute, al lavoro? Non aveva sorriso?... Quel giorno stesso, poche ore innanzi, quando ella gli aveva annunziato, in un abbraccio, la fausta notizia, il prossimo realizzarsi delle loro lunghe speranze, il nuovo e pił potente e pił dolce vincolo che li avrebbe uniti, non l'aveva egli stretta tenerissimamente, non gli aveva sussurrato fra i baci interrotte parole d'amore e di gratitudine? Chi avrebbe potuto dirle che pił tardi, un momento dopo....
Abbandonata sopra una poltroncina, nella sua stanza da letto, con la testa fra le mani ella chiudeva gli occhi dinanzi al crollo repentino dell'edifizio pazientemente costrutto. Egli amava ancora la morta! Egli non l'aveva mai dimenticata! Egli rileggeva le sue lettere, baciava il suo ritratto, rievocava la sua memoria!... Egli non le aveva dato ascolto quando gli aveva parlato della loro creatura! Egli avea pianto - per lei, per la morta! - quando avrebbe dovuto sorridere alla nuova vita che si agitava nelle sue viscere!... Tutto era stato inutile! Tutti i suoi sforzi erano stati invano sprecati!
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