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      ... Mi amava! Era lei che lo scriveva! era lei che me lo ripeteva, aggiungendo che un giorno mi avrebbe tutto rivelato.... Che importava tutto il resto? Io non chiesi più nulla; me le affidai; non sospettavo ancora gli abissi di doppiezza di cui un cuore di donna è capace!
      «Non chiesi più nulla. Avevo sete dei suoi baci, non volevo aver l'aria di rubarglieli. Vi erano dei momenti in cui la mia ragione minacciava di smarrirsi; allora ella gemeva: «È una colpa!...» Perchè colpa? Se mi amava? Se io non avevo altri doveri, e se lei non ne aveva più? Poteva esser l'idea del dovere astratto, della legge divina che l'arrestava? Se era così, perchè non lo diceva?
      «Un giorno, non so più come, io nominai suo marito. Si turbò tutta, scongiurandomi di non parlare di lui. Comprendevo bene come il ricordo di quell'uomo non dovesse riuscirle gradito; però le dissi: «Fortunatamente egli è lontano...» Ella stette un momento guardando dinanzi a sè; poi rispose: «È ancora troppo vicino!» E nascose la faccia tra le mani. La luce d'un lampo traversò il mio spirito. Mi sentii morire. Nondimeno tacqui.
      «Al ballo del generale, qualche sera dopo, come il fascino di lei era irresistibile, io le mormorai:
      «Ebbene.... a quando la rivelazione?...» - «Anche ora! rispose; bisognerà però avere molto coraggio.» - «È dunque molto triste a sapere?» - «Anche a dire; credevo che avesse indovinato...» Allora io sentii come una mano che mi afferrasse alla gola, che mi strozzasse, che mi facesse schizzar gli occhi dalle orbite.


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229