Perchè il suo cuore batteva dunque così forte? Ah! egli è che di un amore come quello da lui ricordato, non se ne provano due nella vita!... Egli aveva amato ancora, aveva cercato attraverso le rinnovate esperienze qualche scintilla di quella gran fiamma: ma non l'aveva trovata. Come il duca d'Illiria della Dodicesima Notte di Shakespeare, egli avrebbe voluto esclamare:
Enough, no more;
'Tis not so sweet now as it was before.
Oh no; non era mai più stato così dolce come prima! Era stata una passione sovrumana, una vera fusione di anime, il conseguimento del sogno più idealmente accarezzato! Avevano arrischiato la pace, la vita, l'onore; ma avevano provata un'esultanza immortale! Come tutto ciò era potuto finire? E che cosa, dopo dieci anni, quando tanta cenere si era accumulata sul fuoco, poteva aver spinto quella donna a rivolgersi ancora a lui!... Si era ella pentita dei suoi sospetti? Un caso fortuito, come era accaduto a lui stesso, glie ne aveva rivelata tutta l'odiosa ingiustizia? O cercava ella, ora soltanto, di avere una spiegazione?...
Il Landini si perdeva in ipotesi. Egli aveva un mezzo sicuro di decifrare l'enimma: aprire la lettera, e leggerla; ma, in quella sovraeccitazione cerebrale a cui era in preda, trovava una specie di strana voluttà a prolungare la tormentosa incertezza, a tentar di esaurire coll'imaginazione tutti i partiti possibili. Poi, un nuovo sentimento cominciava ora ad impedirgli sordamente di porre ad effetto la semplicissima risoluzione: una specie di secreta, di inconfessata paura.
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