- Ed io ero in questa orribile alternativa - diceva Fritz Eisenstein - o di lasciare scoprire la mia relazione con quella donna, di vederla perduta per sempre agli occhi del mondo, di esser la causa di una rovina irreparabile, o di spingerla - io stesso! - in braccio all'unico uomo che avrei voluto fare scomparire dalla faccia della terra!... Ah! i miei capelli cominciano a brizzolarsi? Lo strano è come non sieno già tutti bianchi di neve!...
Ludwig Kopfliche si attorcigliava ora lentamente i baffi candidissimi sulla faccia d'un bel roseo di salute e di gioventù, e i suoi occhietti luccicavano sotto la larga fronte curiosa.
- Non bisogna lamentarsi, perchè tutto può essere materia di studio e di osservazione! Fra lo scatenarsi delle passioni più divoranti, c'è da fare delle raccolte preziose di piccoli documenti e di piccoli fatti! - Ed egli sviluppava le sue teorie di critico, di raffinato dilettante, capace di lasciare un brano del proprio cuore in fondo a una esperienza, pur di notare delle sensazioni nuove, o rare, o complesse.
- Ma l'analisi non uccide il sentimento?
- Può anche crearlo! A furia di critica, si può costrurre - come diciamo noi tedeschi - quel sentimento che più ti aggrada. L'amore? Anche quello. Io posso far nascere in me l'amore, quando voglio, artificialmente....
E mentre egli raccontava i risultati di qualcuna delle sue complicate esperienze psicologiche, Fritz scuoteva la testa, e replicava, opponendo argomento ad argomento, e caso a caso. Vive, appassionate, enimmatiche, si evocavano intanto ai loro occhi le scomparse figure di donne e, ad un tratto, dinanzi alla irrompente piena di ricordi, le voci tacevano un poco.
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