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      Che scienza del cuore ella aveva! Come era organata per la sofferenza l'eletta creatura, tutta spirito, tutta fantasia, - e come aveva sofferto! Vi era una tragedia nella sua vita, ed ella era ancora sotto l'impressione del fulmine cadutole dinanzi. Come esprimere l'intenerimento che ella mi dava? Io avrei voluto al mio comando ogni potenza per riparare l'evidente ingiustizia commessa a suo danno dal Destino, per restituirle i suoi sogni e le sue speranze, per cospargere di petali di rosa il suo cammino.... A poco a poco, arrivai a credermi capace di questo miracolo. Il prepotente amore nasceva in me: si traduceva, mio malgrado, in ogni mia parola, in ogni mio atto. Ah! che charme! che charme!... Ella mi comprendeva, mi era grata, mi amava.... Come spiegare altrimenti la metamorfosi che si operava in lei, l'adorabile sorriso che le splendeva ora negli umidi sguardi, la rifioritura di tutto il suo essere oppresso e quasi avvizzito dall'inclemente stagione?... Il mio più fervido voto stava dunque per essere compiuto? La gioia aspettata stava dunque per entrarmi nel cuore!.. Oh, perchè, invece, una nebbia di tristezza si levava in me lentamente, ed invadeva le più recondite pieghe dell'anima? Perchè quel sentimento di profonda, di angosciosa commiserazione alla vista della creatura adorata? Perchè quella ostinata visione del male di cui le sarei stato causa, delle nuove inevitabili lacrime, delle nuove torture? In chiesa, un venerdì, il giorno che ella dedicava alla preghiera.... Era in ginocchio dinanzi l'altare dell'Addolorata.


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





Destino Addolorata