Introduzione
Nel 1881, colpito da una malattia agli occhi, Francesco De Sanctis cominciò a dettare alla nipote Agnese le sue memorie. L'opera venne interrotta per portare avanti lo "Studio su Leopardi" (uscito anch'esso postumo), e non fu più ripresa per la morte dell'autore sopraggiunta nel 1883. L'opera rimase pertanto incompiuta non soltanto nell'estensione cronologica --si ferma al 1844-- ma anche nella rielaborazione stilistica.
Il manoscritto, rimasto fra le carte inedite, fu affidato nel 1887 dalla vedova di De Sanctis a Pasquale Villari il quale lo pubblicò nel 1889. Il titolo "La giovinezza" fu scelto da Villari, il quale, per sottolinearne l'incompiutezza, vi aggiunse anche il sottotitolo cautelativo "frammento autobiografico".
Le edizioni successive si esemplarono su quella di Villari, anche perché il manoscritto era andato smarrito. Lievi modifiche, riguardanti soprattutto la punteggiatura, furono apportate nel volume XI delle "Opere" complete di Francesco De Sanctis pubblicate a cura di N. Cortese per l'editore Morano di Napoli negli anni '30.
Nel 1958 Gennaro Savarese trovò, fra le carte di De Sanctis, un quaderno contenente i primi dieci capitoli dell'autobiografia che, nelle intenzioni di De Sanctis, avrebbe dovuto intitolarsi "Ricordi". La parte rinvenuta fu utilizzata per una edizione pubblicata da Einaudi nel 1961 a cura dello stesso Savarese, il quale si servì per la parte rimanente del testo di Villari e Cortese.
Al testo stabilito da Savarese si rifà anche l'edizione scolastica, pubblicata a cura di Elio Gioanola per l'editore Marzorati di Milano nel 1969, utilizzata per ottenere l'edizione elettronica Manuzio.
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La Giovinezza
Frammento autobiografico
di Francesco De Sanctis
pagine 249 |
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